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La cena in un locale tipico del borgo medioevale Grinzing, molto sentita e molti ne ricorderanno il motivo, mi ha permesso di capire che in fondo il mondo è proprio piccolo.
Eccolo, il nostro mito, la metà più divertente del viaggio, da noi sperata fin dalla partenza. Ecco si apriva a noi il Prater, il luna-park fisso di Vienna, in tutta la sua grandezza, in tutto il suo splendore e in tutta la sua magnificenza. Dopo aver usufruito dell'opportunità di osservare, scrutare ogni particolare di un bel panorama di Vienna dall'alto della ruota panoramica di 40-50 metri e di deliziare i nostri sensi con giostre che sfruttano le leggi della fisica per provocare piaceri non comuni, siamo partiti alla volta del castello di Schonbrunn e,poi,a Salisburgo. Quel pomeriggio nella città austriaca ricordo bene lo stato di malessere non fisico che mi attanagliava in continuazione. Troppo preso da me e dai miei pensieri per poter notare le bellezze della famosa città. Ed ecco all'ultima pellicola. L'ultima. Siamo tutti coscienti oramai che il cinema, oggi, chiuderà senza preavviso. Non ci sarà una gentile maschera che veglierà su di noi e ci accompagnerà con leggerezza e dolcezza al portale di uscita del cinema a fine proiezione, con la sua fioca, ma efficace torcia artificiale. Ci sarà unicamente una piccola porta che all'uscita forzata dal cinema si chiuderà fragorosamente alle nostre spalle. Non so quanto tempo abbiate perso o conquistato con la lettura di questo scritto, ma sentivo il dovere di scrivere e parlare di questo viaggio e delle emozioni suscitate da esso. E per dimostrarvi che non ho finto, né esagerato nell'esprimere le reazioni del mio io agli stimolo ricevuti, volevo concludere, rimembrando alcuni versi del grande Leopardi che riassumono tutto ciò che ho provato nella mia esplorazione: "Così tra questa immensità s'annega il pensier mio: e il naufragar m'è dolce in questo mare".
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