diario di Claudio                                                                                         

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A mattinata inoltrata, dopo lo smarrimento del mio gruppo al Belvedere siamo riusciti a raggiungere gli altri e godere, per fortuna, della bellezza artistica offerta dalla cattedrale di S. Stefano. Davvero bella, enorme anche se un pò buia. Ah! Dimenticavo. In quel giorno ci ha accompagnato un'amica che non si vedeva da tempo. La cara, vecchia pioggia che per poco non ci ha lasciato nemmeno un attimo liberi in tutta la giornata per poter camminare a testa nuda. Il sapore intenso, il gusto di quel cioccolato e panna consumato in quel bar - pasticceria della butterfly del palazzo reale rimarrà memorabile nell'agenda dei miei peccati di gola, che in questa vacanza non sono stati nulli.


La cena in un locale tipico del borgo medioevale Grinzing, molto sentita e molti ne ricorderanno il motivo, mi ha permesso di capire che in fondo il mondo è proprio piccolo. 

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Nel locale in cui stavamo cenando abbiamo trovato persino dei nostri conterranei sui cinquant'anni che ballavano a coppie la musica della tradizione popolare italiana. Quella notte, seguita al saziante pasto, la ricordo bene, dettagliatamente, nei minimi particolari. Le emozioni e le sensazioni sono diventate col trascorrere dei minuti e delle ore sempre più intense e profonde. Si è passati dalla chiacchierata di gruppo, al mio sfogo personale e all'apertura completa di me stesso a due persone stupende. Mattino. 

Eccolo, il nostro mito, la metà più divertente del viaggio, da noi sperata fin dalla partenza. Ecco si apriva a noi il Prater, il luna-park fisso di Vienna, in tutta la sua grandezza, in tutto il suo splendore e in tutta la sua magnificenza. Dopo aver usufruito dell'opportunità di osservare, scrutare ogni particolare di un bel panorama di Vienna dall'alto della ruota panoramica di 40-50 metri e di deliziare i nostri sensi con giostre che sfruttano le leggi della fisica per provocare piaceri non comuni, siamo partiti alla volta del castello di Schonbrunn e,poi,a Salisburgo. Quel pomeriggio nella città austriaca ricordo bene lo stato di malessere non fisico che mi attanagliava in continuazione. Troppo preso da me e dai miei pensieri per poter notare le bellezze della famosa città.   Ed ecco all'ultima pellicola. L'ultima. Siamo tutti coscienti oramai che il cinema, oggi, chiuderà senza preavviso. Non ci sarà una gentile maschera che veglierà su di noi e ci accompagnerà con leggerezza e dolcezza al portale di uscita del cinema a fine proiezione, con la sua fioca, ma efficace torcia artificiale. Ci sarà unicamente una piccola porta che all'uscita forzata dal cinema si chiuderà fragorosamente alle nostre spalle. Non so quanto tempo abbiate perso o conquistato con la lettura di questo scritto, ma sentivo il dovere di scrivere e parlare di questo viaggio e delle emozioni suscitate da esso. E per dimostrarvi che non ho finto, né   esagerato nell'esprimere le reazioni del mio io agli stimolo ricevuti, volevo concludere, rimembrando alcuni versi del grande Leopardi che riassumono tutto ciò che ho provato nella mia esplorazione: "Così tra questa immensità s'annega il pensier mio: e il naufragar m'è dolce in questo mare".