Le trasformazioni dell'isola di Alosi

racconto ideato da alunni di 1 media della Scuola Media "Massari" di Bari 

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I tre ragazzi, pieni di curiosità ed ansia, non esitano a partire; salgono in groppa al cavallo meraviglioso e si lanciano in questa nuova avventura. Dopo un volo alla velocità della luce si ritrovano in un ambiente tropicale. Alberi altissimi e dai tronchi maestosi creano una vera e propria barriera per i raggi del sole, che non riescono a penetrare fino al suolo. Piante carnivore ed arbusti spinosi impediscono di avanzare. Fiumi ricchi di acque rendono umido e difficile il passaggio in particolare un torrente impetuoso scende rapidamente da una roccia scoscesa e forma una canuta e monumentale cascata.

Animali feroci, insetti aggressivi e velenosi, rettili velocissimi e pericolosi, scimmie dispettose rendono impossibile la vita dell'uomo. A dominare quest'ambiente primitivo c'è un grande vulcano che periodicamente entra in attività seminando terrore e distruzione.

Arnold, Asten ed Arturo osservano incantati tutto questo, quando, improvvisamente, la corrente della cascata porta via il berretto di Asten, lasciandolo cadere su un ramo spoglio che fuoriesce dalla massa d'acqua , Arnold senza pensarci un attimo si lancia per afferrarlo e scopre, che dietro la cascata si nasconde una grotta gigantesca. Il problema più grosso è quello di entrare nella caverna. Il cavallo alato, ancora una volta offre il suo aiuto dicendo: aggrappatevi alla mia criniera e vi porterò in un baleno all'ingresso della grotta. Vi avverto incontrerete ostacoli insuperabili, ma non dovrete scoraggiarvi, perché la polverina racchiusa in questo mio corno, che vi consegno vi sarà d'aiuto, si chiama" RAIVAJV " è luminosa e, come l'arcobaleno può allontanare anche le più grosse sciagure!

I tre eseguono immediatamente i comandi di Ollavak, il magnifico unicorno e si ritrovarono all'ingresso della grotta. Esso appare sbarrato da una fittissima tela attaccaticcia, tessuta da un gigantesco ragno, che dalla sua bocca sputa un veleno micidiale; a rendere più difficoltoso l'ingresso è la presenza di ragni più piccoli, che si muovono vorticosamente lungo la tela rigenerandola.Il grande ragno che  ha visto gli uomini si avvicina per aggredirli con il suo veleno. Ma Arturo, che è sempre stato considerato dagli altri il meno intelligente, ha la felice idea di afferrare il corno e di metterlo in direzione del pericoloso insetto. Un getto rapido di polvere multicolore uccide il ragno e disintegra la tela.

Finalmente Arnol, Asten e Arturo riescono ad entrare. Davanti ai loro occhi la caverna appare spaventosa per il buio, per gli strani animali, per le intrigate piante che nascondono ogni passaggio e per i rumori sinistri, si accorgono che l'unico passaggio è un fiume abitato da coccodrilli che escono spesso dall'acqua in cerca di carne. Per superare questi famelici animali si guardano attorno e scoprono, che dalle pareti e dal soffitto pendono dei rami; decidono cosi di arrampicarsi con questi per sorvolare il fiume ed atterrare in un grande spazio pieno di vegetazione.

Credono di aver raggiunto il luogo misterioso che nasconde l'antidoto al virus, quando la terra frana rovinosamente sotto i loro piedi facendoli cadere in una voragine vischiosa. Questa possiede un' unica via d'uscita, tenuta a bada da un gruppo di pipistrelli. Essi hanno piccole dimensioni, ma emettono dal loro unico occhio delle radiazioni nocive paralizzanti.

I tre, stremati e terrorizzati, ricorrono ancora una volta alla magia del corno, anche se non sanno esattamente in che modo li potrà aiutare. Lo afferrano disperatamente a sei mani, una grande forza imprime una accelerazione spiraliforme che genera un' energia da cui si sprigiona una luce abbagliante con i colori dell' arcobaleno, che trasforma i pipistrelli in omini abilissimi che a gesti comunicano la via d' uscita. Seguendo le indicazioni e guidati dalla luce accecante e misteriosamente accattivante come quella del laser, viaggiano nell'infinito accompagnati da suoni melodiosi. Gli esploratori si ritrovano alla fine su una roccia nuda con incisioni realizzate da serpenti che rappresentano tre " A" e che riescono a muoversi grazie alle altissime zampe ed orientarsi con decine di occhi posti sulle due teste. Ma, prima che i tre abbiano il tempo di pensare, il corno si mette a vibrare all' impazzata, Arnold, Asten e Arturo capiscono che sono arrivati alla meta del loro viaggio e che devono cercare proprio li la pianta della salvezza. Gli omini per fortuna non li hanno abbandonati e, afferrando con grande forza alcuni massi rocciosi, lapidano i serpenti, staccando loro le teste.

Asten, inorridita, esclama: "questa avventura si fa troppo pericolosa; non voglio più proseguire!

Gli omini fermano i tre esploratori, prima che possano toccare quei vegetali e fanno capire che da quelle piante è possibile ottenere l'antidoto, ma non cogliendo le bacche. Successivamente uno degli omini con un sasso incide la parete della roccia, scrivendo : " mi da l'idea di una presa in giro, ben c'è qualcuno che ci ha fatto un tiro perché con tante rotatorie e gare, al centro e ben difficile arrivare." Arnold comprende che bisogna risolverlo subito, se vogliono portare al termine la missione.

Anche se sono stanchi, i tre si impegnano a sciogliere questo enigma. Trovata la soluzione pronunciano insieme la parola "BERSAGLIO" e sulla roccia appare una spirale Arturo colpisce il centro con un sasso.

Dallo scalfito appare un fossile del fiore officinale dalle bacche rosse e gialle di cui sono circondati.

Esclamano, "abbiamo trovato il modo per riprodurre il fiore". Invece accade ancora un misterioso fenomeno non appena toccano i semi conservatosi intatti, essi si moltiplicano.

Sorge allora il problema di trasportarli a Nairi, ma gli omini pronti e memori delle loro arti, indicano loro delle liane da intrecciare per farne una tela grezza. Questa viene realizzata in meno di un' ora. Raccolgono tutti i semi e li mettono nell' involucro preparato, e si avviano verso l'uscita, servendosi sempre del corno magico come bussola. Ad attenderli c'è Ollavak, che gioisce insieme a loro per la felice conclusione dell'impresa: " non ci speravo più è stata messa a dura prova la vostra abilità, ma eccovi ritornati, salite sulla mia criniera, perché ci resta pochissimo tempo per salvare il popolo."

Con la velocità della luce si ritrovarono tutti nella città ormai completamente in preda alla malattia. Alcuni scienziati, informati dai tre esploratori, si mettono subito al lavoro per estrarre dai semi il succo guaritore. L'antidoto "SURIV" salva dal contagio e dalle febbri mortali la popolazione, che chiama i tre fantastici esploratori : " Astuto, Ammirevole, Audace ".

 


 Foto delle pagine del libro tridimensionale costruito per illustrare il racconto

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Illusione di crescita di luce  e di archi di arcobaleno 

 

Isola, Montagna e Caverna Tridimensionale

Bersaglio rotatorio

Rotazione nello spazio per creare immagini perpendicolari al piano

 
 Le componenti di una  pagina tridimensionale sono state ritagliate da disegni realizzati da alunni diversi

Questo racconto è stato scritto  dagli alunni di 1 F della Scuola Media Massari al termine dell'anno scolastico 1997, per prealizzare un libro tridimensionale, quale documento di valutazione di laboratorio interdisciplinare di scienze matematiche e di italiano, a cura delle  Prof. Diana Marilena e Francesca Galasso, sul  tema" le trasformazioni geometriche "